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La depressione è la bestia nera delle patologie mentali. In un futuro molto prossimo sarà con tutta probabilità la più grave causa di invalidità a livello mondiale; eppure i trattamenti per migliorarne l'approccio terapeutico sono cambiati ben poco negli ultimi trent'anni. Alla terapia della parola, particolarmente in voga fino a qualche decennio fa, si è gradatamente sostituita, e affiancata, una terapia empirica basta su farmaci inibitori del riassorbimento della serotonina - i cosiddetti SSRI -, che mostrano da tempo effetti terapeutici consolidati e in parte soddisfacenti, ma anche effetti collaterali impossibili da sottovalutare. Con "La mente in fiamme" Edward Bullmore presenta per la prima volta a un pubblico non specialistico una nuova teoria sulla cura della depressione dalle conseguenze potenzialmente dirompenti. Bullmore mette in discussione le terapie finora utilizzate e propone un quadro teorico e sperimentale del tutto innovativo, che mette in relazione la depressione con gli stati infiammatori del corpo e del cervello, legando strettamente questa condizione e altri disordini mentali al funzionamento del sistema immunitario. È un vero e proprio cambio di paradigma nell'accostarsi a questa malattia debilitante e causa di molte sofferenze, ma non solo: delinea la rivoluzione futura in cui le cure potranno essere calibrate individualmente per riuscire a spezzare il circolo vizioso che unisce stress, infiammazione e depressione. "La mente in fiamme" si spinge oltre l'ambiente ospedaliero e del laboratorio proponendo un modo interamente nuovo di interpretare le complesse interazioni che avvengono tra mente, cervello e corpo, e per aiutarci a sopravvivere in un ambiente ostile.